Il municipio del Comune di Marlengo (Bz) è stato oggetto di un importante intervento di riqualificazione energetica e restauro grazie al finanziamento del fondo europeo FESR. In un precedente post abbiamo approfondito la sostituzione di finestre e scuri. Conclusi definitivamente i lavori, abbiamo fatto in proposito alcune domande all’ingegnere Giorgio Giralt che ha elaborato e seguito il progetto.

Quali erano gli obiettivi dell’intervento di Marlengo?

Si tratta di una riqualificazione energetica dell’involucro edilizio e degli impianti del municipio di Marlengo (Bz). Il progetto è stato realizzato con l’intento di accedere al contributo del fondo europeo FESR, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale: è uno dei fondi strutturali europei per l’attuazione della politica regionale comunitaria. Il finanziamento copre fino all’85% dell’importo totale dei lavori, comprese le spese tecniche.

Riqualificazione energetica delle sede del Comune di Marlengo - intervista all’ingegnere Giorgio Giralt - 2

Per accedere al finanziamento era necessario progettare un intervento che migliorasse di due classi il livello di efficienza energetica dell’edificio.

Prima dell’intervento il Municipio aveva la Classe energetica F, con questo intervento siamo riusciti a raggiungere la Classe C.

L’FESR, in accordo con la filosofia europea, punta a finanziare quei progetti in grado di ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera: l’obiettivo finale è quello di ridurre del 20% le emissioni entro il 2020. Ogni due anni questo fondo indice delle gare: il nostro progetto è rientrato nell’anno 2020, ma era partito circa quattro anni fa. Era infatti il nostro secondo tentativo. Su più di 50 progetti presentati ci siamo classificati ottavi e i primi 11 hanno avuto diritto al finanziamento.

Può farci una breve descrizione dei lavori eseguiti?

Gli interventi hanno riguardato soprattutto l’involucro edilizio.
È stato realizzato un cappotto esterno con pannelli di lana di roccia dello spessore di 10 cm.

Abbiamo sostituito le finestre e gli scuri, e rinnovato completamente la copertura del tetto.

Intervista all’ingegnere Giorgio Giralt - 4

Siamo intervenuti anche sull’impianto di riscaldamento, nel senso che abbiamo installato una pompa di calore aria/acqua. Infine abbiamo installato un impianto fotovoltaico e degli impianti di ventilazione meccanica controllata, per regolare la ventilazione e ricambiare l’aria degli ambienti.

Elementi caratterizzanti o soluzioni progettuali particolari?

Premetto che nel momento in cui abbiamo avuto il finanziamento, ho sentito una grande responsabilità come cittadino e come professionista, ma una cosa mi era chiara fin dall’inizio, ossia di andare a fondo di ogni aspetto per realizzare qualcosa di valore, di qualità elevata. Il Comune mi ha aiutato molto perché ha condiviso appieno il mio punto di vista. Ovviamente il contributo del fondo europeo ha reso tutto più facile.

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L’edificio risaliva al 1911 e la facciata era abbastanza fatiscente, con crepe e lesioni varie.
Una delle prime cose che ho fatto fare – e sono contento di averla fatta – è l’analisi dei colori della facciate e degli scuri.

Da questo punto di vista abbiamo avuto la fortuna di avere come subappaltatore un’impresa che restaurava anche chiese e monumenti: un pittore specializzato ha analizzato i vari strati di colore elaborando tre rendering che mostravano come era l’edificio nel 1911, nel 1984 e ai giorni nostri.

Da questo punto di vista abbiamo avuto la fortuna di avere come subappaltatore un’impresa che restaurava anche chiese e monumenti: un pittore specializzato ha analizzato i vari strati di colore elaborando tre rendering che mostravano come era l’edificio nel 1911, nel 1984 e ai giorni nostri.

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È stato interessante perché ci ha permesso di constatare che i colori attuali non avevano nulla a che fare con l’edificio. I colori più belli erano quelli del 1911: esattamente quelli che abbiamo utilizzato noi nell’intervento.

Quando abbiamo iniziato i lavori, ci siamo accorti che rimuovendo i davanzali in lamiera venivano via anche le cornici, le fasce, le lesene, ecc. Le spallette delle finestre, ad esempio, erano messe malissimo perché c’erano come dei vuoti: all’epoca infatti avevano usato delle pergole per realizzarle, riempiendo i vuoti con dei giornali vecchi.

Non c’erano le premesse per fissare un cappotto. Primo di procedere oltre, però, è stato realizzato un rilievo al millimetro di lesene, decorazioni, fasce, ecc. elaborando anche in questo caso dei render.

A questo punto come siete intervenuti?

Abbiamo rimosso tutto per ottenere una superficie liscia, senza asperità, sulla quale è stato applicato il cappotto in lana di roccia. A questo punto è stato impiegata una novità proveniente dalla Germania: un materiale di recupero, un granulato di vetro, che è stato fresato per ottenere le varie decorazioni e lesene.

Possiamo dire che quest’ultime sono state come stampate in 3D, riproducendole esattamente come erano. Quindi sono state applicate sul cappotto con una colla speciale certificata a garanzia della sua resistenza e durata: la documentazione riportava delle prove di laboratorio che dimostravano come i punti in cui vengono incollati tali elementi hanno una resistenza maggiore dei punti dove non c’è la colla.

Riqualificazione energetica delle sede del Comune di Marlengo - intervista all’ingegnere Giorgio Giralt - 11

Una volta applicati questi elementi si è passato alla realizzazione degli intonaci da parte del pittore che aveva analizzato i colori della facciata, utilizzando le stesse tecniche che venivano utilizzate negli anni passati. Il risultato è eccezionale: se uno non lo sa, non si accorge che vi è un cappotto. L’intervento eseguito ha riportato l’edificio allo splendore originario.

Il ruolo delle finestre in legno 2F

Intervista all’ingegnere Giorgio Giralt - serramenti in legno 2F - 16

Le vecchie finestre in alluminio erano state posate male ed erano un “colabrodo” dal punto di vista termico ed acustico: la trasmittanza termica Uw era di 3,1 W/m2K. Anche in questo caso ho voluto capire come fossero i serramenti originari.

Ho cercato in Comune i disegni delle finestre del 1911, ma un incendio scoppiato negli anni ’60 distrusse l’archivio. Sono andato quindi da un amico che abitava in un edificio del 1911 con i serramenti originali dando per buono che assomigliassero a quelli del Municipio.

Ha fatto un rilievo e scattato delle foto che hanno permesso a 2F di realizzare serramenti in legno molto simili. Come sottolineato in un precedente post, si tratta del modello Italia 68 con profilo baroccato e una trasmittanza termica Uw di 1,3 W/m2K.

2F ha realizzato ad hoc anche gli scuri sulla base del campione esistente. L’azienda vicentina è sempre stata molto disponibile nel rispondere alle nostre richieste e anche per quanto riguarda i serramenti la soluzione adottata è stata di alto livello.

Posso dire che sia la committenza che i cittadini sono contenti del risultato finale. Anche la stampa a livello regionale ne ha parlato: la rivista Radius che spesso tratta di temi relativi all’architettura e al risanamento edilizio, nel numero di febbraio 2020 ha pubblicato un bell’articolo di quattro pagine.

Secondo lei, come si attua un compromesso virtuoso tra le esigenze estetico-architettoniche e quelle di risparmio energetico?

Questo progetto ha sottolineato l’importanza di avere delle imprese valide, con uno specifico know-how. Il pittore, ad esempio, è stata una figura fondamentale per lo studio dei colori e la successiva realizzazione degli intonaci. Ovviamente anche il budget ha la sua importanza: determinate lavorazioni richiedono investimenti di un certo livello.

Intervista all’ingegnere Giorgio Giralt - serramenti in legno 2F - 9

Riassumendo direi che i fattori fondamentali sono il know-how disponibile, imprese brave e specializzate e una committenza che condivide il progetto ed è disponibile a investire. Per questo progetto siamo arrivati a spendere oltre 700mila euro più Iva: senza il finanziamento del fondo europeo un lavoro del genere non sarebbe mai partito.

In materia di riqualificazione energetica del nostro parco edilizio, come vede la situazione e cosa ne pensa delle attuali politiche incentivanti?

A mio avviso ci troviamo solo all’inizio di un percorso che porterà alla sempre maggiore diffusione di edifici a energia “quasi zero”. L’Italia comunque mostra un trend positivo: da qualche anno a questa parte è iniziata la ristrutturazione di tanti edifici pubblici. In particolare alcune Regioni come Trentino, Veneto ed Emilia Romagna sono abbastanza attive in tal senso.

Intervista all’ingegnere Giorgio Giralt - serramenti in legno 2F - 15

Per quel che riguarda le attuali politiche incentivanti, una nota positiva è che si punta al “green” per far ripartire i consumi, a tutto vantaggio della riqualificazione energetica del nostro parco immobiliare che, tra l’altro, mi risulta essere uno dei più vecchi d’Europa.

Il Superbonus del 110% può essere un’opportunità preziosa per dare una boccata d’ossigeno al settore edile e all’economia in generale. Perché funzioni però anche le banche dovranno mettersi in gioco e implementare le procedure per accogliere le richieste di cessione del credito.