Recensire un libro? Perché no, quando parla della risorsa più antica del nostro paese: il legno. Dal 1936 a oggi i boschi in Italia sono quasi raddoppiati. Infatti, in Italia, e in Europa, le risorse forestali sono in continua espansione.
Secondo i dati della FAO, in tutta Europa le foreste aumentano di circa 1 milione di ettari ogni anno e in Italia la superficie boschiva è raddoppiata negli ultimi 50 anni, arrivando a coprire il 34,7% del territorio nazionale (dati del Corpo Forestale dello Stato).
Senza accorgercene, siamo diventati un grande paese forestale. Questo ritorno del bosco è la principale trasformazione della nostra area geografica nell’ultimo secolo: è l’effetto del tramonto della nostra civiltà contadina e dell’intensificarsi dell’agricoltura.
Si tratta di una notizia piena di sfide e di complessità. Al contrario di ciò che comunemente si pensa, una crescita così rapida della superficie forestale non è completamente un fattore positivo da un punto di vista ambientale.
Questo aumento della superficie boschiva potrebbe portare sia a una diminuzione della biodiversità complessiva (per la perdita del mosaico paesaggistico ricco di una grande varietà di micro-habitat), sia all’aumento del pericolo di incendio. Non solo.
La questione boschiva oggi ci pone una serie di domande che riguardano in modo diretto il nostro futuro. Il contrasto agli incendi, la cura e la manutenzione del territorio, il dissesto idrogeologico e, sullo sfondo, il grande tema di questi anni: il cambiamento climatico. Si impone una gestione attiva dei boschi per non abbandonarli al loro destino.
Il legno è una risorsa rinnovabile, fonte energetica principale per un quarto delle famiglie italiane, ed è una materia prima centrale per la nostra economia del mobile e della carta. Utilizzando il legno come fonte di energia, la gestione dei boschi oltre che utile diventerebbe anche economicamente vantaggiosa.
Per fare questo però andrebbero create delle filiere che, a partire dalla foresta, trasformino il legno in energia. Delle filiere che, se ben pianificate, potrebbero risultare sostenibili a livello ambientale, economico, e sociale. Delle filiere pianificate in base alle reali risorse umane e ambientali del territorio.
Possiamo dire che siamo ancora nel pieno dell’età del legno, ma la sostenibilità nel suo utilizzo per la nostra vita quotidiana passa da una visione globale delle cose.
Ci sono domande che troppo spesso vengono ignorate: quale legno usiamo? Da quali paesi e da quali foreste proviene? Cosa possiamo fare come paese e come consumatori?
Quindi ben venga un libro come “Italian Wood. Alla scoperta di una risorsa che non conosciamo, i nostro boschi” di Ferdinando Cotugno (Editore Mondadori) che racconti al grande pubblico queste tematiche.
Scrivi un commento